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Ancora sulla "vision" petalosa

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Marco Bella ne scrive sul Fatto quotidiano. Grazie della citazione, prof, ma in proposito ho idee poche e confuse. Da mesi chiedo pareri agli amici che fanno ricerca, danno valutazioni molto diverse dell'iniziativa e per quanto riguarda l'Istituto Italiano di Tecnologia (IIT), autore della “vision” per lo Human Technopole "Italia 2040", le basano su "impressioni", simpatia o meno per Roberto Cingolani o Elena Cattaneo.

Sigh... Un po' mi rassicura, non sono l'unica a "non avere dati" e un po' mi  preoccupa.

Anch'io trovo normale la decisione top-down del governo, ma vorrei che la "vision" fosse affidata a rappresentanti della comunità competente in materia, ce ne sono tanti qui e all'estero. Perché il primo ministro ha chiesto al direttore scientifico dell'IIT  una "vision" dei prossimi sviluppi nel settore bio-med e sue declinazioni? (A proposito, Elena Cattaneo rispondeva domenica sul Sole alle critiche che le sono arrivate dall'ITT.)

Roberto Cingolani è un bravissimo fisico dei nanomateriali, spero non s'offenda se proprio per questo motivo temo che di nutrigenomica ne sappia quanto Federico Testa di fusione nucleare.

E' questa politica della ricerca che non trovo normale. A furia di decisioni top-down, ha asfissiato le università con tagli ai fondi e alle assunzioni, mentre con finanziamenti statali, regionali, provinciali costruiva "poli d'eccellenza" in tutta Italia. Quanti "producono" più di centri universitari che vivono di finanziamenti internazionali?

Piccoli centri eccellenti ce ne sono anche nelle università in fondo alla classifica - Sassari, Urbino, Campobasso, Termoli, Potenza, Catania - e se li conosco io...

Scrive Marco Bella:

In realtà, la creazione top-down, con decisione “politica”, di una infrastruttura di ricerca, come dovrebbe essere HT, così come di un istituto di eccellenza, come avvenne nel caso dell’IIT dieci anni or sono, non è qualcosa di errato.

Errato no, ma un tantino paradossale. Flash-back nel 2003:

L'IIT doveva sostituire l'Istituto Nazionale di Fisica della Materia, un'infrastruttura che costava 5 volte meno. Dopo un debutto traballante, era stato raddrizzato da un comitato scientifico internazionale coi fiocchi ed era diventato un modello: pochi amministrativi a coordinare tanti universitari precari e non, trasparenza, buona governance e successo nella caccia ai grant europei. Mentre il ministro Tremonti concepiva l'IIT però, la ministra Moratti "scioglieva" l'INFM nel CNR per risanarlo con una "cura omeopatica" (sic) dall'eccesso di costi amministrativi e dirigenti di nomina politica e competenza a volte molto dubbia, basti pensare al presidente Fabio Pistella, o al vice-presidente creazionista razzista e omofobo Roberto De Mattei. (Flashback di Marco Cattaneo nel 2008...)

IIT è una fondazione di diritto privato, che non è soggetta ai “lacci e lacciuoli” ai quali sono costretti gli enti Pubblici di Ricerca e le Università pubbliche, come l’obbligo al ricorso del MEPA, l’assoggettamento alla VQR, ed ha la possibilità di reclutare i ricercatori con procedure simili alle selezioni pubbliche presenti nel resto del mondo. (...)

Già, il maledetto MEPA...

La soluzione non dovrebbe essere eliminare IIT, ma bensì applicare alcune facilitazioni di IIT al resto del sistema della ricerca italiana. È assurdo che la maggior parte dei ricercatori italiani di università ed enti di ricerca abbia problemi ad acquistare il toner della stampante, il rotolo di carta per asciugarsi le mani o peggio i guanti di lattice per operare in laboratorio in sicurezza. (...)

Mi sa che è assurdo il sistema tout court, prof.

***

Misconduct

Alfredo Fusco et al.: 9° paper ritrattato.

***

Panama papers, cont.

Il primo ministro islandese si è dimesso; il governo cinese censura le notizie anche sui social networks; il Front National denunciava i paradisi fiscali e ci teneva i soldi; i parenti di Assad erano persone grate. In marzo il comunicato di Mossback Fonseca "chiariva"

we would like to take this opportunity to clarify that we have never knowingly allowed the use of our companies by individuals having any relationship with North Korea, Zimbabwe, Syria

ed era stato già smentito

Mossack Fonseca worked with 33 individuals or companies who have been placed under sanctions by the US Treasury, including companies based in Iran, Zimbabwe and North Korea.

Magari se Mossfon si faceva aiutare da APCO...

Rivelazioni locali su The Indian Express; Haaretz; O Globo; El Pais ... business as usual, insomma.


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